Fotografia al femminile

A cura di Lucia Laura Esposto

Visitando le mostre fotografiche, o sfogliando libri di fotografia, mi sono spesso posta la domanda se esiste uno sguardo, un modo di rappresentare la realtà, al femminile; se la stessa scena, fotografata da una donna, possa risultare diversa da come l’avrebbe fotografata un uomo. Non riuscendo a darmi una risposta ho concluso che tutti i fotografi, indipendentemente dal sesso, cercano di raccontare al pubblico l'esperienza umana. Di sicuro Julia Margaret Cameron, prima fotografa della storia, non ebbe vita facile visto che, all’epoca, i suoi lavori furono aspramente criticati e sminuiti in quanto donna. Comunque la fotografia è un campo in cui le donne hanno mostrato straordinarie abilità, offrendo prospettive di analisi e giudizio su varie comunità emarginate, documentando le atrocità della guerra e le rivoluzioni, e persino portando alla luce storie di abusi domestici o tossicodipendenza nelle case private delle persone: donne che, in innumerevoli occasioni, hanno mostrato di essere all’altezza, o superare, le loro controparti maschili. Per esempio, ricordiamo le atrocità della guerra moderna attraverso gli occhi dei grandi fotografi e fotoreporter di guerra come Don McCullin e Robert Capa ma, proprio come c'erano coraggiosi fotografi maschi in prima linea, c'erano anche donne. Due nomi di spicco sono Margaret Bourke-White e Gerda Taro (compagna di Robert Capa). Tra l’altro, molte fotografie della guerra civile spagnola, attribuite a Capa, furono in realtà scattate dalla Taro. E poi Dorothea Lange, Diane Arbus, Susan Meiselas, Letizia Battaglia, Vivian Maier, Mary Ellen Mark, Berenice Abbott, Francesca Woodman… sono solo alcuni nomi di donne che hanno contribuito immensamente alla fotografia come la conosciamo oggi, e poiché la fotografia è anche ricerca della verità e della rappresentazione, le donne fotografe ci aiutano a capire sia la repressione femminile, sia l'espressione. Dopo questa premessa, avrete certamente capito che voglio parlare di donne fotografe, due tipe molto toste: Nan Goldin e Donna Ferrato, che ho accostato perché entrambe hanno affrontato temi sociali quali la vita al limite, la discriminazione, la repressione femminile e la violenza sulle donne con l’intento di documentare e l’idealismo di poter cambiare le cose.

Nan Goldin - La fotografa senza filtri (e non mi riferisco a quelli fotografici)

Nata a Washington D.C. nel 1953, Nan Goldin è cresciuta nei sobborghi di Boston, in una famiglia della borghesia ebraica. La passione per la fotografia è sbocciata in giovane età, come forma di ribellione e via di fuga dalla rigidità del nucleo familiare. Ma il motivo principale che l’ha spinta definitivamente verso questa forma d’arte è stato il suicidio della sorella quando Nan aveva 12 anni. “Ho iniziato a scattare fotografie dopo il suicidio di mia sorella. Quando l’ho persa ho iniziato a essere ossessionata dall’idea della memoria, non volevo dimenticare mai più nessuno”.

“Dopo la morte di mia sorella ci siamo trasferiti a Boston, io avevo 12 anni. Ho smesso di parlare per anni e la macchina fotografica mi ha aiutato a creare legami con le persone, a esprimere me stessa”

La Goldin iniziò a fotografare intorno al 1971. I suoi primi lavori pubblicati erano immagini in bianco e nero di travestiti e transessuali. Nel 1974 frequentò la School of the Museum of Fine Arts di Boston, iniziò a comporre un enorme ritratto della sua vita, realizzando centinaia di diapositive di sé stessa e dei suoi amici sdraiati o seduti sul letto, impegnati in giochi sessuali, addirittura riprendendosi dopo avere subito violenza fisica dal partner di turno o iniettandosi droghe. Questo suo diario fotografico è poi diventato il progetto che l’ha resa celebre in tutto il mondo: “The Ballad of Sexual Dependency”. Oggi la serie è considerata uno dei capolavori della fotografia contemporanea: 15 anni di scatti d’amore, sesso, alcol, droga, violenza e morte. Alcune delle foto sono crude, altre disturbanti, ma sempre dense di realismo.

Ha detto del suo lavoro: Il mio lavoro originariamente proveniva dall'estetica dell'istantanea: le istantanee vengono scattate per amore e per ricordare persone, luoghi e momenti condivisi. Riguardano la creazione di una storia registrando una storia.

“Pensavo che non avrei mai potuto perdere nessuno se l’avessi fotografato abbastanza. In effetti, le mie foto mi mostrano quanto ho perso”. Nan Goldin

Donna Ferrato: "Living with the enemy" 30 anni di violenza contro le donne.

Donna Ferrato (Stati Uniti, 1949) è una fotoreporter e attivista di fama internazionale, nota per la sua documentazione innovativa sul mondo nascosto della violenza domestica. Il suo libro più importante, “Living With the Enemy” (Aperture, 1991), è uscito in quattro edizioni e, insieme a mostre e conferenze in tutto il mondo, negli Stati Uniti ha acceso una discussione nazionale sulla violenza sessuale e sui diritti delle donne. 

Tutto ebbe inizio nel 1982, mentre stava lavorando su un progetto sulle ricche coppie delle aree suburbane ed è diventata testimone involontaria di un episodio di violenza domestica . Un uomo, sotto l’effetto della droga, picchia la moglie. L’evento la spinge a iniziare a documentare gli abusi contro le donne e i bambini all’interno delle pareti domestiche. Proprio per aver documentato la violenza domestica negli Stati Uniti, le sue foto vengono scelte per un’esposizione collettiva organizzata da “The National Organisation for Women”. 

Per realizzare “Living With the Enemy”, trascorse oltre 6.000 ore con la polizia statunitense. Nell'introduzione del volume, scrive: “Gran parte del libro è nato dalla frustrazione, in primo luogo perché mi sentivo impotente di fronte alla violenza che avevo visto e, in secondo luogo, perché per molto tempo nessuna rivista avrebbe pubblicato le foto. È stato solo quando ho ricevuto il W. Eugene Smith Award nel 1986 che gli editori hanno iniziato a prendere sul serio il progetto”. Ferrato si rese conto che il problema era stato nascosto al pubblico per troppo tempo, ed era importante che venisse portato allo scoperto, affinché si potesse intervenire sulle violenze domestiche e le donne non avessero paura a denunciarle. Alcuni dei nomi nel libro sono stati cambiati, ma tutte le fotografie e le storie sono reali.

Nel 2014 ha lanciato la campagna “I Am Unbeatable” per esporre, documentare e prevenire la violenza domestica contro donne e bambini attraverso storie vere di persone vere.

Inoltre, Donna Ferrato ha contribuito alle principali testate statunitensi e le sue fotografie sono apparse in quasi cinquecento mostre personali in musei e gallerie di tutto il mondo. È stata membro del Consiglio di amministrazione del W. Eugene Smith Fund ed è stata presidente e fondatrice dell'organizzazione no-profit Domestic Abuse Awareness Project. Ha ricevuto il W. Eugene Smith Grant, il Robert F. Kennedy Award for Outstanding Coverage of the Plight of the Disadvantaged, l'IWMF Courage in Journalism Award, la Missouri Medal of Honor for Distinguished Service in Journalism, Artist of the Year al Tribeca Film Festival e Look3 Insightful Artist of the Year. Nel 2008, la città di New York ha proclamato il 30 ottobre “Donna Ferrato Appreciation Day” e nel 2009 è stata onorata dai giudici della Corte Suprema dello Stato di New York per il suo lavoro a favore dell'uguaglianza di genere. Nel 2020  è stata scelta come una delle Hundred Heroines dalla fondazione British Arts, Hundred Heroines.

Il suo nuovo libro, Holy, pubblicato nel 2020 da Power House Books, è un invito all'azione. Proclama la sacralità dei diritti delle donne e il loro potere di essere padrone del proprio destino.

Insomma, una personcina di tutto rispetto della quale vi consiglio di approfondire la conoscenza.

“Credo che le fotografie abbiano il potere di cambiare molte cose: cambiare le leggi, cambiare le menti della società, cambiare le persone, non si tratta solo di entrare, scattare qualche foto e poi allontanarsi. Di solito passo due o tre anni alla volta con i miei soggetti”. Donna Ferrato

Le immagini presenti sono state acquisite dal web per soli fini didattici e divulgativi. 

Donna Ferrato - Living With the Enemy 1

Donna Ferrato - Living With the Enemy 2

Donna Ferrato - Living With the Enemy 3

Donna Ferrato - Living With the Enemy 4

Donna Ferrato - Living With the Enemy 5

Donna Ferrato - Living With the Enemy 6

Nan Goldin - Autoritratto dopo avere subito violenza

Nan Goldin - The Ballad of Sexual Dependency

Nan Goldin - The Ballad of Sexual Dependency 2

Nan Goldin - The Ballad of Sexual Dependency 3

Nan Goldin - The Ballad of Sexual Dependency 4

Nan Goldin - The Ballad of Sexual Dependency 5

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