Simona Ricci
La fotografia è legata ai ricordi della mia infanzia: mio papà possedeva una macchinetta, una Agfamatic Pocket, con cui la domenica si divertiva a scattare foto in giro per la città, spesso accompagnato da me e mio fratello. Amavo uscire con lui per “andare a fare foto”.
Ho iniziato a fotografare con quella macchina.
Ricordo l’impazienza nell’attesa di poter ritirare le foto dal negozio e la sorpresa e l’emozione provata le volte che “riconoscevo”, cioè conoscevo di nuovo, nelle foto sviluppate, l’immagine e le impressioni che mi avevano indotto a scattare.
Negli anni ho imparato a usare le reflex, sono poi passata al digitale, ho smesso e ricominciato a fotografare più volte, mi sono impegnata per imparare e ho smesso di impegnarmi: non è stato un percorso lineare, ma accidentato e un po’ tortuoso, come la vita.
Ora ho diversi anni in più. però l’emozione legata al ricordo è rimasta, come pure quella legata al riconoscere l’immagine che il mio occhio ha colto e il mio personale sentire ha cercato di fermare nel tempo.