GIAN BUTTURINI - LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO.
Dalla Swinging London al Bloody Sunday.
Fino al 6 marzo 2022: Still Fotografia - Milano - Via Zamenhof, 11 - Ingresso libero (orari: mar - mer - ven 10-18; gio 10-19.30; sab 15-19)
A cura di Lucia Laura Esposto
Gian Butturini (1935-2006) è stato uno dei fotoreporter italiani più eclettici e apprezzati a livello internazionale. La mostra in corso alla Galleria Still, promossa dall’Associazione Gian Butturini, presenta cinquanta sue fotografie tratte da due dei suoi lavori più famosi “London by Gian Butturini” e “Dall’Irlanda dopo Londonderry”.
In London possiamo trovare il racconto di quel periodo passato alla storia come “Swinging London”, termine coniato dal Time nel 1966 per definire quel fenomeno culturale e di costume che proprio a Londra ebbe il suo epicentro. Un periodo rivoluzionario - Beatles e minigonna di Mary Quant, per fare due esempi - ma anche carico di contraddizioni sociali che lo sguardo attento e non convenzionale di Butturini riesce a indagare pienamente.
Dall’Irlanda dopo Londonderry è un reportage che Butturini iniziò una settimana dopo la famigerata strage del Bloody Sunday, avvenuta 50 anni fa, il 30 gennaio 1972, e a cui gli U2 dedicarono un brano divenuto famosissimo. In questo reportage le fotografie sono volte a farci comprendere quello che sta accadendo, non con immagini violente, ma con un occhio carico di umanità e di sensibilità, molto evidente soprattutto nei ritratti dei bambini, vittime innocenti del dramma assurdo che stavano vivendo.
In mostra troverete anche la doppia immagine di una donna di colore che vende i biglietti della metropolitana, chiusa in uno spazio angusto, e di un gorilla dentro una gabbia dello zoo di Londra.
Questa fotografia in Inghilterra è stata sacrificata all’altare della cosiddetta “cancel culture”, un fenomeno iniziato nel 2017 negli Stati Uniti che sta producendo effetti assurdi e preoccupanti perché l’intento è quello di cancellare personaggi, opere, vicende e altro che, visti con gli occhi di oggi, potrebbero sembrare sbagliati dal punto di vista politico e sociale.
L’intento del fotografo, con questa doppia immagine, era quello di denunciare le condizioni di due esseri viventi, entrambi segregati e discriminati, una situazione che avrebbe dovuto suscitare indignazione e invece ha scatenato un’accusa di razzismo nei confronti di un uomo che, nella sua vita, ha sempre lottato contro ogni forma di razzismo e sopruso.
Butturini ha rappresentato quella che era la condizione sociale e la vita dell’epoca, con le sue miserie e le sue contraddizioni: alcune cose di allora potrebbero sembrare sbagliate, viste con gli occhi di oggi, ma quello che siamo adesso è anche per quello che siamo stati in passato, la storia va discussa e interpretata, non cancellata.
Alla Galleria è possibile acquistare il catalogo della mostra e credo sia ancora disponibile il libro “London by Gian Butturini” (esistente solo nella versione inglese): il volume è stato ritirato dal commercio, ma i figli dell’autore sono riusciti a recuperarne delle copie, è probabile che diventerà un libro da collezione.
Concludo con le parole della curatrice, Gigliola Foschi: “Questa è una mostra in difesa della libertà di parola, immagine e pensiero. Una mostra contro una cancel culture che, senza confronto e senza discussione, nella liberale Inghilterra ha fatto ritirare dal commercio il libro London by Gian Butturini e infangato la figura di un uomo che per tutta la vita si era impegnato contro ogni forma di razzismo e d’ingiustizia”.
Le immagini presenti sono state prese dal web per puro scopo didattico e divulgativo.