Sabine Weiss, l’ultima rappresentante della fotografia umanista francese
A cura di Lucia Laura Esposto
La fotografa Sabine Weiss, ultima rappresentante della corrente umanista francese, si è spenta il 28 dicembre, all'età di 97 anni, nella sua casa di Parigi. Fu lei a coniare l’espressione "photographie humaniste" e ha condiviso il cammino con Robert Doisneau, Willy Ronis, Edouard Boubat, Brassaï e Izis. Il suo lavoro ha coperto otto decenni e le sue immagini hanno aperto la strada a quella che poi sarebbe diventata la “street photography”.
Sabine Weiss occupa un posto unico nella fotografia francese, ha esplorato un'ampia varietà di campi, mettendoci sempre passione e curiosità. Ha fotografato la condizione della gente comune a Parigi, spesso di notte; diceva che, nelle sue foto, voleva immortalare “i bambini mocciosi, i mendicanti e i piccoli pisciatori”, ma anche la Parigi vivace e coinvolgente dell’epoca. Le sue fotografie ti fanno innamorare della vita, dei momenti che, con empatia e tenerezza, riesce a cogliere in ogni suo scatto in cui l’umanità è sempre protagonista, quell’umanità che si dona al nostro sguardo, facendoci riflettere o sognare, trasmettendoci sensazioni ed emozioni che fanno vibrare le corde più profonde dell’anima.
Negli anni '50, e all'inizio degli anni '60, ha lavorato molto per pubblicazioni internazionali tra cui Newsweek, Time, Life, Esquire, Vogue, Paris Match e The New York Times Magazine. Fino agli anni 2000 non ha smesso di lavorare per la stampa illustrata francese e internazionale, per molte istituzioni e marchi, collegando reportage, foto di moda, pubblicità, ritratti di personalità e soggetti sociali. Durante la sua lunga carriera, le sue opere sono state mostrate in importanti esibizioni in tutto il mondo; è presente anche nella celeberrima mostra “The Family of Man”, del grande Edward Steichen, che raccoglie 503 fotografie di 273 autori provenienti da 68 paesi, organizzata nel 1955 al MoMA di New York.
La Casa dei Tre Oci di Venezia ospiterà, dall’11 marzo al 23 ottobre 2022, la più ampia retrospettiva mai realizzata finora, la prima in Italia, dedicata a Sabine Weiss. L’esposizione è il primo e più importante tributo alla sua carriera, con oltre 200 fotografie e importanti documenti d’archivio; per questa mostra, la stessa Sabine Weiss aveva aperto i suoi archivi di Parigi. Venezia è un luogo magico, dove si torna sempre volentieri, la visita a questa mostra è di sicuro un buon motivo per organizzare un viaggio!
Una curiosità: nella sua fotografia più iconica, “l'uomo che corre verso la luce”, è rappresentato l'amore della sua vita, suo marito Hugh, a cui disse, prima dello scatto: “corri, ma non andare troppo lontano”.
“Le mie foto esprimono un certo amore che ho per la vita”. - Sabine Weiss
Le immagini presenti sono state acquisite dal web per soli fini didattici e divulgativi.